giovedì 12 agosto 2010

Un giorno non siete mamme, e il giorno dopo -più o meno all'improvviso- sì.

NOME DEL FARMACO: Ero una brava mamma prima di avere figli- Guida pratica per sopravvivere al primo anno di vita del bambino
TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE: Paola Maraone
PRODUTTORE: Rizzoli, Milano
FORMA FARMACOLOGICA: tascabile da 237 pagg.
CATEGORIA FARMACO-TERAPEUTICA: diario di bordo -mascherato da manuale- di una mamma come tante.
COMPOSIZIONE: Come si fa a diventare mamme restando se stesse? Con quale alchimia si ottiene questo delicatissimo equilibrio e come lo si mantiene? Ecco l'esperienza di una mamma, paure ed inadeguatezze comprese, con consigli di pediatri, esperti, nonni e amici. Un viaggio tra luoghi comuni, Sconosciute Bionde, WonderMothers, MammeSvalvolate, SoloMamme, con qualche incursione nel mondo dei padri. Tanta ironia, la giusta dose di sarcasmo e, sopratutto, tanta empatia. Fare la mamma è uno sporco lavoro, essere la mamma giusta - per i propri figli e per se stessi- è un'attività quasi criminosa. Però qualcuna lo deve pur fare.
INDICAZIONI: neomamme in cerca di conforto; future mamme sufficientemente coraggiose da voler sapere quale futuro le aspetta- anche se non ci crederanno.
CONTROINDICAZIONI: controindicato ai padri e agli uomini in generale: non fanno decisamente una bella figura.
POSOLOGIA: da assumere anche più volte al giorno, nelle quantità concesse dai sonnellini dei pargoli o dalla narcolessia gravidica. Alle neomamme, consigliata la lettura di un capitolo al mese, seguendo così il ritmo di crescita del neonato.
INTERAZIONI MEDICAMENTOSE: in caso di necessità elevate di empatia ed ironia, si consiglia l'interazione con altri diari di bordo per neo e future madri. Per un mantenimento degli effetti benefici, si consiglia la periodica consultazione del blog dell'autrice.
SOVRADDOSAGGIO: acuirsi della sindrome da vedi-?-faccio-tutto-io o da sono-una-cattiva-madre; si consiglia diminuzione del ritmo di lettura e forti dosi di realismo ad opera di neopapà/nonni/amiche-con-figli.

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.