martedì 14 giugno 2011

E' il momento degli elogi #1

Oggi, elogio del racconto.

Avete presente la segnalazione sulla lettura a basso costo della settimana scorsa? Bene, ho cominciato l'avventura. 
Ovviamente non sono riuscita a procurarmi tutti i racconti: la settimana scorsa passavo davanti alle edicole senza vederle, arrivavo a casa e... "Accidenti! Mi sono persa il racconto di Sandro Veronesi!" 
"P*r#@ paletta, oggi usciva il racconto di Fabio Volo!"

Ieri sera, stremata da una passeggiata con ilPiccoloG, ho preso in mano La lince di Silvia Avallone. 
Della Avallone non ho letto niente; in compenso, ne ho sentito parlare molto. Prima per la vittoria al Campiello Opera Prima, poi per aver tallonato Pennacchi al Premio Strega, infine -ahi- per l'apprezzamento sul suo décolleté da parte di Bruno-il-Marpione-Vespa, proprio alla consegna dello Strega.
Il racconto scorre bene, interessa e pungola il lettore al punto giusto; ma è stata un'altra considerazione a colpirmi: il racconto è una forma letteraria meravigliosa per i cosiddetti "tempi moderni". La mattina vi alzate, correte al lavoro, lavorate come  pazzi, mangiate un boccone, ricominciate a lavorare, arrivate a casa, preparate la cena, sistemate due cose ed è ora di dormire. Vi infilate a letto e aprite un racconto. 
Non dovrete confrontarvi con migliaia di personaggi che si incrociano tra loro, non dovrete sudare sette camicie per seguire il filo della vicenda e se la vostra giornata non è stata spaventosamente impegnativa forse riuscirete a finire il racconto prima che il sonno finisca voi. Forse, la mattina dopo, vi resterà il vago sospetto  di non aver colto qualche messaggio subliminale, ma ve ne farete una ragione già prima del caffè.

Ecco, per tutto queste ragioni credo che il racconto sia nato proprio per strappare, almeno per qualche mezz'ora, noi alienati moderni ai nostri indiavolati ritmi di vita.

Ora devo solo capire perché non sono mai riuscita a leggere un libro di racconti dall'inizio alla fine. 
Suggerimenti?

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.