giovedì 15 novembre 2012

Domande con molto senso e nessuna risposta

Questa mattina sono arrivata al lavoro un po' più tardi del solito.

"Perché così tardi? E' successo qualcosa? Il bambino non stava bene?"
Il sottinteso, ovviamente, era: non siamo mica qui a pettinare le bambole, alle nove e cinque dovresti essere già pienamente produttiva da almeno mezz'ora.

Consideriamo che cosa ho fatto dalle sette e mezza, orario -tardo, rispetto all'ideale- della sveglia, alle nove e cinque, ora del mio insediamento al lavoro.


  1. Mi sono svegliata.
  2. Ho cercato di calmare la crisi isterica del PiccoloG che non concepiva il fatto che il papà se ne fosse andato al lavoro senza prima svegliarlo e fare colazione con lui.
  3. Mi sono lavata la faccia e vestita.
  4. Ho cercato -una fatica immane- di lavare la faccia del PiccoloG e l'ho vestito.
  5. Ho preparato il tè.
  6. Ho arieggiato un minimo e rifatto i letti.
  7. Ho portato il PiccoloG all'asilo.
  8. Mi sono fermata a prelevare.
  9. Mi sono fermata a comprare un buono regalo che doveva essere consegnato stasera.
  10. Siccome il negozio dove dovevo comprare questo buono non era ancora aperto, sono andata duecento metri più in là a comprare il pane.
  11. Acquistato il buono, mi sono fermata in cartoleria a comprare una busta decente in cui infilare il suddetto buono.
Ora, se in novanta minuti infilo undici attività significa che ho portato a termine ogni singola attività n meno di dieci minuti, spostamenti compresi.

Questo non è essere improduttivi, a mio modesto parere.
Non voglio dipingermi come Wonder Woman, per carità: questa sfilza precisa di attività dev'essere dovuta probabilmente a una congiunzione astrale favorevole che si ripete una volta ogni dieci milioni di anni. 
Rimane però il fatto che mi secca parecchio che mi si tratti come poco produttiva.

Poi leggo questo articolo segnalato su Twitter da Manager di Me Stessa e, oltre a ridere, mi faccio di nuovo delle domande che mi ero già posta. Domande che, signore mie, ci poniamo tutte, sempre.
Per esempio:

  • Perché quando io ho la febbre torno a casa, mi metto il pigiama, prendo la Tachipirina e mi infilo a letto senza dire niente e quando la febbre ce l'ha lui devo cercargli il termometro, cronometrargli il tempo di controllo, riprendere il termometro e metterlo a posto, andargli a prendere il pigiama, portargli Tachipirina e acqua e vedermelo comunque ciondolare intorno dicendo "occomestomale, parlatepianocheahiahiahialatesta....Oh, guarda, comincia American Choppers!"
  • Perché quando accompagna lui il pupo all'asilo io la mattina lo devo letteralmente caricare delle cose che deve mettere nell'armadietto e, dopo aver cominciato a dirgli cosa deve fare, fermarmi e concludere con "Chiedi al PiccoloG, lui sì che lo sa"?
  • Perché io ho nella memoria del telefono almeno cinque numeri del pediatra e dell'ASL e ho segnato sull'agenda i relativi numeri di chiamata e lui non ricorda nemmeno qual è il cognome della pediatra (che ha scelto lui, tra l'altro)?
  • Perché, se cuciniamo tutti e due, quando in dispensa manca qualcosa sono sempre io che non l'ho comprata? Perché devo essere sempre io a controllare che ci sia ancora acqua presa al distributore pubblico? (Vacca rana, mi sono dimenticata di mettere la cassetta vuota in macchina!)
  • Perché quando porto a casa spesa&carabattole del PiccoloG una volta spenta la macchina e aperto il cancello mi carico in mano tutto, dirigo il nano a forza di urlate, apro la porta a spallate e la chiudo a pedate? perché quando lui ha lo stesso compito la spesa, lo zainetto e tutto il resto rimangono sempre in macchina e io devo andare a prenderle?
  • Perché quando lui ha mal di testa è una tragedia che richiede una mobilitazione internazionale e quando io ho le mestruazioni la reazione è : "Ma come, niente sesso?"
Ma soprattutto, la domanda delle domande:


Quand'è che noi donne saremo in grado di fare girare il mondo secondo una logica più femminile, mandando a ramengo il brutto modo maschilista di vedere le cose, basato su quanto lavoro produttivo effettivamente generiamo?

In attesa di un'illuminazione, concludo la presente e vi saluto tutte con affetto, sorelle.


Libraia



2 commenti:

  1. ahahahah! cosa dirti? hai ragionissima! e il termine "Vacca Rana" da oggi è anche mio! (posso??) e piacere di averti conosciuta!

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    1. Prego, il "vacca rana" è patrimonio dell'umanità e credo non sia neanche coperto da copyright!

      Il piacere della conoscenza è tutto mio, a presto!

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.