mercoledì 9 novembre 2011

Ma la letteratura non insegna niente?

Ci troviamo in tempi difficili. Difficili da capire e difficili da vivere (per molti, ma forse non per tutti).
La notizia delle ultime ore è il passo indietro del premier, le future dimissioni, la decisione di non ricandidarsi. Per quanto, con un personaggio come Berlusconi, scelte di questo genere possono essere considerate reali solo quando da dichiarazioni ANSA diventano gesti concreti.

Quello che stupisce è che nessuno si sia accorto di come questa storia, almeno in parte, sia già stata scritta. Non è servito un Nobel per la letteratura, non è servita la grande visibilità di un autore che ha fatto sfondare in Europa la letteratura ispano-americana.
Insomma, leggiamo questo articolo di Pierluigi Battista sulla parabola politica di Silvio Berlusconi. Poi apriamo L'autunno del patriarca. Diamine, sta tutto scritto lì. Davvero sono stata l'unica al mondo ad accorgermene?


PRECISAZIONE, ONDE EVITARE QUERELE (chè non ho abbastanza soldi per pagarmi un avvocato): per quanto così possa sembrare, con questo post non si vuole paragonare Silvio Berlusconi a un generale-dittatore di uno stato caraibico; si vuole solo far notare quanti punti in contatto ci sono tra Berlusconi così come è stato descritto dai libri e dai giornali e il personaggio di questo romanzo: il culto del corpo, i figli, l'appetito sessuale, il distacco dalla vita reale, l'attentato, la solitudine. A mio parere, Garcìa Màrquez già l'aveva indovinato. 

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.