martedì 29 novembre 2011

Spiriti sulla 43ma

Il mio primo collegamento a Internet e il mio primo account di posta elettronica me li ha regalati mio padre, quasi dodici anni fa. Quello che oggi fa sorridere è che nei primissimi tempi mandare mail per me equivaleva a  spedire lettere, ma senza l'intermediazione del postino: scrivevo e controllavo se c'erano risposte solo un paio di giorni dopo. Il bello è che generalmente scrivevo ai miei compagni di classe, quindi l'azione dello scrivere-spedire-aspettare una risposta non aveva in sé grande senso. Ricordo però uno dei primi messaggi che mi aveva inviato il nerd tecnologico di turno: mi dava il benvenuto in quel mondo dove link chiama link, e partendo da una semplice ricerca su Milano si poteva arrivare all'Alaska.
Questo messaggio mi è tornato alla mente oggi, mentre cercavo altre informazioni sul libro che vi presento oggi: infatti dalle ricerche correlate di Google scopro che l'autore di questa graphic novel  non è solo un fumettista, ma il fumettista più importante d'America e la personalità che più ha contribuito a rendere il fumetto una vera e propria forma di arte sequenziale.
Quindi mi sento proprio di consigliarvi questa graphic novel, di cui oltre trovate il foglietto illustrativo.


NOME DEL FARMACO: New York. La grande città.
TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE: Will Eisner 
PRODUTTORE PER L'ITALIA:  Einaudi, Torino
ALTRI NOMI DEL FARMACO: New York: the Big City 
COMPOSIZIONE: voi prendete una città, costruita inizialmente su uno stretto lembo di terra tra l'Hudson e l'East River, fatela crescere esponenzialmente fino a fagocitare anche i dintorni, riempitela di persone che vivono affastellate una sull'altra, di sogni, di speranze, di possibilità, di frustrazioni e di difficoltà: ecco a voi, questa è New York. Tra i personaggi di questo romanzo per immagini non troverete l'equivalente fumettistico di Donald Trump o delle Bionde Bergdorf o Jackie Kennedy che porta i figli a Central Park. Troverete tante piccole formichine che vivono, lavorano, si innamorano (delle persone giuste, e di quelle sbagliate), si mostrano, si nascondono. Una celebrazione dell'uomo medio, del cittadino con cui ti scontri per strada e di una città che è il luogo dell'animo per eccellenza.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE:  se siete stati a New York e da allora è stato amore a prima vista; se desiderate ardentemente andarci; se alla vista delle case con le scale antincendio andate in brodo di giuggiole; se gli appartamenti di venti metri quadrati sono la vostra passione.
INTERAZIONI MEDICAMENTOSE:  scordatevi Sex&theCity e Woody Allen e Mia Farrow con due appartamenti separati ai due lati di Central Park: il film giusto da accompagnare a questa lettura è Fa' la cosa giusta di Spike Lee.

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.