sabato 7 gennaio 2012

Perché noi valiamo

Una volta, immersa in una qualche lettura da parrucchiera, ho letto una considerazione interessante: che lo slogan "Perché io valgo" di una nota casa cosmetica di cui non farò il nome -ma tanto l'avete già capito tutti- sembrava appellarsi al valore delle donne ma in realtà altro non era che un bieco espediente per fare in modo che acquistassero a piene mani senza sentirsi in colpa.
Bene, qualche settimana fa ho pronunciato anch'io il mio "perché io valgo" e mi sono lanciata in acquisti su internet.
Ho cominciato male, acquistando una borsa. Edizione limitata, capsule collection, pattern rispolverato per l'occasione dalla maison, parte del ricavato va in beneficenza, basso costo. Anzi, basso costo per loro, non certo per una Libraia che, ahimè, ha sempre teso più al trasandato che allo chic. Però, mi son detta, è il mio stilista preferito, la prendo, la tengo bene, non la carico come il mio solito et voilà, me la tengo per le nipotine. Mi è arrivata una roba che poteva essere paragonata più o meno alle mie borse della spesa. Anzi, ne ho una, bianca-lilla-super-capiente-simil-cotone che è sicuramente migliore. Per non parlare di quella con su l'orsetto Paddington. Quindi ho ripreso la deludente borsa fashion, l'ho rimessa nella scatola, ho compilato il modulo di reso, ho prenotato il ritiro e ho atteso il rimborso.
Ero triste triste, e ho pensato che dovevo tirarmi su. Per evitare un altro colpo da borsa fashion, però, dovevo andare sul sicuro. E quindi, l'anti-vigilia di Natale, ecco qui il regalo che mi sono fatta, la concretizzazione del mio "perché io valgo":


Ed è proprio di quel libro che vedete in primo piano, con la copertina sui toni del mio amato azzurro, che  parlo oggi: un libro per celebrare il fatto che noi ragazze terribili valiamo, e non abbiamo paura di farlo sapere in giro.

NOME DEL FARMACO: Superzelda. La vita disegnata di Zelda Fitzgerald.
TITOLARI DELL'AUTORIZZAZIONE: Tiziana Lo Porto, Daniele Marotta.
PRODUTTORE PER L'ITALIA: minimum fax, Roma
FORMA FARMACEUTICA: 170 pagg.
COMPOSIZIONE: più che di un personaggio, stiamo parlando di un'icona: la ragazza ribelle, piena di bon mots  e senza peli sulla lingua, la disinibita, l'intrepida, l'insicura, il prototipo della maschietta, la donna che si ribella alla maternità ("i figli non devono essere un fastidio", pag. 61), la moglie gelosa, la donna fragile, la malata. L'anima delle feste di New York, dei soggiorni a Parigi e in Costa Azzurra, la donna notata da Dorothy Parker e Kiki de Montparnasse, l'amica di John Dos Passos, Cole Porter e Pablo picasso. Colei che ha ispirato Belli e dannati e  Tenera è la notte. Un'icona di trasgressione che alla fine si rivela essere quello che siamo tutte: una persona alla ricerca del suo posto nel mondo.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE: il regalo perfetto per la compagna di scuola che passa il tempo a vantarsi di quanto se ne infischi della regole, per farle intuire che ha ancora molta strada da fare; oppure per la cugina/vicina di casa/ vicina di scrivania/ collega tutta perfettina che si scandalizza a ogni minimo "cacchio". Muoviamo il mondo, sorelle!
INTERAZIONI  TERAPEUTICHE: completate con Lasciami l'ultimo valzer; poi integrate con un'opera a scelta tra: Tenera è la notte, Festa mobile (il sole sorge ancora), Una moglie a Parigi, Caro Scott, Carissima Zelda.  Per quanto mi riguarda, il proposito dell'anno nuovo è quello di cercare Zelda di Nancy Milford. Magari nel sistema bibliotecario. Magari restituendolo in tempo.

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.