martedì 13 marzo 2012

Datemi il politicamente corretto e vi impoverirò il mondo

Tra tutte le iatture che ammorbano questa valle di lacrime -oltre ai pantaloni a vita bassa con mutande a vista, i cagnolini trattati come peluche e le concorrenti dell'Isola dei famosi che si tirano i capelli- c'è sicuramente l'obbligo del politicamente corretto. Non fatevi beccare in giro a dire handicappato, neppure per un lapsus da troppo limoncello: rischiate una severa ammenda e soprattutto l'isolamento sociale. E mi raccomando, Beth Ditto è curvy, Rossy de Palma un tipo e Ibrahimovic un tantino scapestrato ma tanto buono.

Qual è il motivo di questa tirata? La notizia riportata dal Corriere della Sera secondo cui l'associazione Gherush92, specializzata in diritti umani e consulente per l'Onu, sostiene che La Divina Commedia non dovrebbe essere studiata nelle scuole in quanto "presenta contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza".

In particolare, l'associazione si riferisce ai sentimenti antisemiti ed anti-islamici espressi ben chiari nei canti XIV, XXIII, XXVIII e XXXIV. Canti nei quali si usa il termine "giudeo" in senso altamente dispregiativo, in cui ci si riferisce a Maometto come lo scismatico per antonomasia e in cui ci si sofferma sul fatto che intrattenere rapporti "contro natura" (dicesi omosessualità, presente?) verrà punito, nella vita ultraterrena, da atroci sofferenze (perché, nella vita terrena è una passeggiata?).  "Non invochiamo nè censure nè roghi - precisa la presidente, Valentina Sereni - ma vorremmo che si riconoscesse, in maniera chiara e senza ambiguità che nella Commedia vi sono contenuti razzisti, islamofobici e antisemiti. [...] anche ammettendo che nella Commedia esistano diversi livelli di interpretazione, simbolico, metaforico, iconografico, estetico, ciò non autorizza a rimuovere il significato testuale dell'opera, il cui contenuto denigratorio è evidente e contribuisce, oggi come ieri, a diffondere false accuse costate nei secoli milioni e milioni di morti."


In tutto questo, la signora Sereni dimentica due punti fondamentali. 
In primo luogo, dimentica che il signor Dante Alighieri è figlio di un'epoca in cui le Crociate per riconquistare la cosiddetta città della cristianità erano all'ordine del giorno. La gente si riuniva per organizzare spedizioni militari al grido di "riprendiamoci quello che è nostro, per Dio e per l'Inghilterra!", non per formare associazioni politicamente corrette il cui compito era quello di bacchettare. Di questo passo, immagino che l'associazione in questione abbia intenzione di gridare allo scandalo perché nei dialoghi de Il buio oltre la siepe si usa il termine negri. Oppure che abbia intenzione di portare Sgarbi di fronte al Tribunale Penale Internazionale dell'Aja per il famoso "culattoni raccomandati" gridato contro il Trio Medusa. Per non parlare dei bambini (e dei genitori, questi inveterati irresponsabili che non fanno nulla per arginare un pericolosa deriva) che in spiaggia dichiarano che il signore dell'ombrellone di fronte "è grasso" (bambini, non si dice! Non è grasso, è diversamente pesante).
In secondo luogo, e con questo termino la tirata e abbasso il ditino alla Fra' Cristoforo, l'associazione in questione dimentica un piccolo dettaglio chiamato insegnante. Sì perché, parrà strano, se La Divina Commedia viene letta nelle scuole è proprio perché c'è un odioso personaggio chiamato professore che costringe gli studenti a sciropparsi versi e versi del tipo "La bocca sollevò dal fiero pasto/ quel peccator, forbendola a' capelli". Professore che passa il proprio tempo a spiegare, collocare storicamente e contestualizzare l'opera. In soldoni, cari amici dell'Associazione  Gherush92, i professori aiutano gli studenti a riconoscere i contenuti oggi considerati politicamente scorretti da sempre; siete solo voi che vi siete svegliati tardi. Infine,  non essendomi ancora giunte voci di orde di studenti che marciano compatti mostrando il pesante volume al grido di "Dante, sei il nostro eroe! Riconquistiamo Gerusalemme a colpi di terzine incatenate di versi endecasillabi!", mi viene da pensare che al momento non esista un movimento razzista eversivo che vuole fare del buon caro vecchio Poeta un guru della scorrettezza.


Lasciamo a Dante quel ch'è di Dante, lasciamo le inutili circonvoluzioni alla politica e ai giochetti degli uffici stampa: abbandoniamo per un po' il linguaggio politicamente corretto e facciamo diventare corretto il nostro atteggiamento. Chissà, forse il mondo potrebbe diventare un posto un po' più divertente.

2 commenti:

  1. D'accordissimo con te. Il politicamente corretto è una coperta troppo corta stesa sopra l'ipocrisia.

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  2. Questo primo commento mi risolleva... temevo un commento della signora Sereni che mi denunciava!
    Sono felice di vedere che non sono l'unica a pensarla in questo modo!

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.