sabato 19 maggio 2012

Quando esplode una borsa, ovvero: What's in my bag?

Devo scrivere questo post da più o meno dieci giorni. Poi, sapete com'è, lavori, ti riposi, corri dietro al PiccoloG, pulisci -almeno in minima parte- la casa per evitare che arrivi il colera; fai le foto, le guardi, le scarichi: ecco, sono passati -in un lampo- dieci giorni.
Dopo questa introduzione pietistica e assolutamente non richiesta, ecco qui qualche notizia in più. Questo post è diretto discendente di questa idea di Zelda was a writer, ed è solo l'ultimo dei suoi fratellini: dopo il primo, è venuto un altro post di Zelda, uno di Volevo chiamarle Frida, uno di Gastronomia Andreani, quello di Signorina Silvietta, quello di  Pentapata e, infine, pure il mio.

A differenza di tutti gli altri suoi fratelli -in cui il contenuto della borsa in questione viene ordinatamente allineato, catalogato e fotografato-  l'analisi della mia borsa rispecchierà quello che essa è tutti i giorni, ovvero un ordigno dal potenziale esplosivo particolarmente devastante. Perché forse la borsa di Zelda tracima; la mia, invece, viene caricata di ogni oggetto possibile immaginabile, nella convinzione che un giorno questo semplicissimo secchiello si trasformerà davvero nel bauletto di Mary Poppins e io potrò portarmi dietro un universo in una borsa che fino a qualche anno fa avrei snobbato in quanto troppo piccola. Quindi stipo cose, stipo, stipo, stipo, finché la tapina non cede. Generalmente in mezzo ad un incrocio particolarmente trafficato, il venerdì nel tardo pomeriggio.

Ora, però, bando alle ciance: venite a scoprire cosa si porta una Libraia in borsa!



Per prima cosa, ecco un esploso di ciò che contiene la mia borsa (un secchiello di medie dimensioni e di un colore difficilmente definibile: forse azzurro, forse grigio, forse verde strano. Ma tant'è).


Ed, ora passiamo all'analisi del contenuto.


  • Un'agenda settimanale 2012 blu con elastico rosso; 
  • una chiavetta USB blu con cordino rosso che non ricordavo assolutamente di avere in borsa; 
  • una penna quattro colori che mi accompagna da quando insegnavo italiano L2.





  • un burro di cacao del cui acquisto ancora mi chiedo il motivo; probabilmente perché in queste settimane mi è presa una mania per il colore arancio e perché adoro il sapore degli agrumi;
  • una maschera fai-da-te che ilPiccoloG ha fatto con i nonni;
  • un lecca-lecca che devono aver regalato al PiccoloG e che io ho requisito;
  • un anello-patacca che mi hanno regalato dei miei alunni pakistani prima di ritornare definitivamente in Pakistan;
  • una borsa riutilizzabile per la spesa, che uso una volta sì e cinque no;
  • il fazzoletto per pulire gli occhiali;


  • punti della raccolta del supermercatino sotto casa;
  • bustina contenente:
  • spazzolino da denti da viaggio con dentifricio;
  • mascara, che mi piace da matti ma dimentico sempre di mettere e quando lo metto me lo sfrego via a forza dagli occhi -lo so, la cecità è dietro l'angolo se continuo così;
  • profumo alla rosa in roll-on;
  • lucidalabbra;
  • rossetto primaverile (cioè rosa tenue);
Infine, la chicca delle chicche:


le mini-posate per mangiare all'aperto, comprate in una pausa pranzo di sole qualche settimana fa. Indovinate quanto volte ho mangiato fuori da allora....


Sì, bravi. Zero. 

A presto!

1 commento:

Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.