lunedì 25 giugno 2012

In questo mondo di contraddizioni

[Suoneria del mio telefono]
- Pronto?
- Buon pomeriggio sig.ra Libraia, sono la segretaria della dott.R.. Mi scusi se la disturbo in orario lavorativo, ma ho visto che ilPiccoloG ormai ha compiuto due anni e dieci mesi ed è ora di fissare il bilancio di salute.
- Oh, ha ragione. Va fatto entro il terzo anno di età, vero? Quasi mi stavo dimenticando....
- Nessun problema. Ora, mi scusi per l'indiscrezione, ma avete già pianificato la vacanze? Se gentilmente mi dice quando siete via le do' subito l'appuntamento per il controllo.
- Ma certo,  noi dovremmo essere via la prima settimana di settembre, poi forse qualche giorno dopo Ferragosto.
- Perfetto. Le va bene un appuntamento per il XX di XXXX alle ore XXXX?
- Benissimo, perfetto. A presto e grazie ancora.
- Grazie a lei e salve.


Ora, immaginiamo un papà medio (ma non pensate che stia parlando del GrandeG... anche se uso il suo nome. Mi serve per la finzione.) alle prese con un telefonata del genere.



[Suoneria del telefono del papà medio]
[Suoneria del telefono del papà medio]
[Suoneria del telefono del papà medio]
- Chi c#**§ è che rompe mentre sto lavorando?
Prooonto!
- Buon pomeriggio sig. GrandeG, sono la segretaria della dott.R.
- La segretaria di chi?
- Della dott.R.
- E chi è la dott.R.?
- Ehm... ma... la pediatra di suo figlio.
- Mio figlio? Ah, mio figlio! Certo, cosa posso fare per le... Ma come mai non ha chiamato mia moglie?
- Sua moglie non mi rispondeva, avevo il suo numero e ho chiamato lei.
- [Mannaggia, Libraia, te possino, ma 'sto telefono dove lo nascondi? Io sto lavorando!] Va bene, signorina, mi dica.
- Dunque, vedo che ilPiccoloG ormai ha compiuto due anni e dieci mesi e sarebbe il caso di prendere l'appuntamento per il bilancio di salute.
- No, ma guardi che il bilancio d'esercizio me lo fa già il commercialista, e poi cosa c'entra ilPiccoloG? Lui mica è socio!
- No, il bilancio di salute, quella serie di controlli pediatrici richiesti dalla Regione per ogni paziente in età pediatrica in determinati momenti della vita. Mi scusi l'indiscrezione, ma se mi comunica quando siete via per le ferie (sempre che l'abbiate già deciso), cerco di fissarle subito l'appuntamento.
- Appuntamento? Ah sì, noi siamo via la prima settimana di settembre... mi pare... ma non può chiamare mia moglie?
-Guardi, facciamo così: io le do' appuntamento per il giorno XXXX di XXXX alle XXXX. Se poi ci sono problemi, mi faccia sapere da sua moglie.
- Sì, ma... non potrebbe chiamarla lei, mia moglie? No, è che io mi dimentico... Oppure, non può mandarle un sms? Lei di solito li legge, mica come me.


Questa scenetta (leggera, allegra e stereotipata; non pensate che sia un modo per togliermi dei sassolini dalla scarpa, per favore) è stata postata perché ho letto parte di questo articolo di Anne-Marie Slaughter dalla rivista The Atlantic, articolo che mi ha fatto pensare e che ancora mi da' da pensare. Se non ne avete ancora sentito parlare, vi do' solo qualche indicazione: si tratta dell'articolo più letto da quando la rivista ha aperto il sito web, come prima cosa. In seconda battuta, ha sviluppato un gran dibattito sui quotidiani, ri-proponendo la domanda: "Le nostre nonne, le nostre mamme, le nostre zie e tutte le donne che negli anni Settanta e giù di lì hanno lottato come delle leonesse per affermare il principio del Women can have it all, avevano poi davvero ragione? Davvero le donne, anche al giorno d'oggi, possono pretendere di avere tutto?" Domanda delle domande, che hanno già affrontato in tante: il blog del Corriere intitolato La Ventisettesima ora, oppure il capostipite del romanzi sulle mamme che lavorano, Ma come fa a far tutto  di Allison Pearson. Domanda che ci facciamo tutte, prima o poi, non sempre dandoci riposte consolanti.

Dall'altro lato, però, arriva lei.
Hillary, come faremmo senza di te.
Il Segretario di Stato americano chiude il vertice di Rio sulla sostenibilità e, senza mai direttamente riferirsi alle voci su veti incrociati da parte del Vaticano e di altri Stati nello stralciare dal documento finale i paragrafi che si riferivano alla salute riproduttiva della donna, fa saltare il banco con cinque semplici parole: Women must have the power. Di decidere della propria salute riproduttiva, nello specifico. Non riesco a trovare nessun link all'articolo del Corriere, ma si riporta che, nel momento in cui Santa Hillary ha pronunciato queste parole, dalle donne presenti in tutta la struttura che ospitava il summit sia partito un boato di approvazione. Anch'io, quando ho letto l'articolo, mi sono detta "Hillary, accidenti! Hai sopportato un marito fedifrago in maniera ammirevole, hai corso per diventare la prima donna Presidente, sei diventata Segretario di Stato, ti sei presentata senza trucco perché oltre alle gambe c'è di più (e quanto hai ragione), hai dichiarato pubblicamente che, tutto sommato, ne hai anche un po' le scatole piene e sarebbe ora di fare la nonna e adesso te ne freghi di tutto e di tutti e butti giù il carico da novanta.
Grazie, Hillary, davvero. Cosa faremmo senza di te?"

2 commenti:

  1. molto bello questo tuo articolo
    e alla domanda delle domande io non ho ancora trovato una domanda definitiva.

    un sorriso dalla terra di Hillary
    Dcf

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  2. Oggi voglio essere speranzosa: se hanno finalmente trovato la particella di Dio, allora in un futuro non troppo lontano riusciremo a trovare una risposta più o meno definitiva alla domanda definitiva... no?

    Ricambio il sorriso, e buona settimana!

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.