venerdì 3 agosto 2012

Un libro, un film (o qualcosa del genere)


Ma voi, voi che leggete qui e non avete più la furia dei vent'anni, quanto riuscite a leggere in una giornata completamente libera? Quando ero una ragazzina, era normale per me andare in biblioteca tutti i giorni: prendevo un libro la mattina, il pomeriggio lo leggevo e la mattina dopo tornavo per restituire quello letto e riprenderne un altro.
Ora che le furia lettrice della pre-adolescenza  è più vicina al PiccoloG che a me, non sono più in grado di fare queste maratone di lettura. Leggo, magari anche per un paio d'ore (quando ho un paio d'ore, cioè quasi mai), però poi mi sento un pugile troppo suonato.

Allora ecco qui la trovata di oggi: i post "un libro, un film". Beh, magari non un film, ma qualcosa che si guarda e/o si ascolta.
Volevo cominciare volando alto e mettere in coppia Oggi come allora, l'autobiografia di Diane Keaton con Io e Annie. Piccolo dettaglio (vergogna su di me e tutta la mia progenie) è che Io e Annie non l'ho mica visto. O meglio, ne ho visto circa metà qualche settimana fa, poi ilPiccoloG s'è svegliato e... ciao ciao, amico Woody.

Ragion per cui, miei dieci piccoli indiani, ho dovuto ripiegare.

Fondamentale, in tutte le guerre, è lo stratagemma.

Tutta la guerra si basta sull'inganno.

Se conosci il nemico e conosci te stesso, non devi temere l'esito di cento battaglie.




Su, insomma, non fate i modesti. Lo so bene che avete riconosciuto subito L'arte della guerra. Se siete un aspirante manager, un agnello che per necessità deve farsi leone, un lettore curioso e onnivoro, un appassionato di culture orientali, un fanatico di wargame, non potete non aver mai incontrato questo libricino, snello e leggero eppure così impegnativo da assimilare.







Però, insomma, una lettura del genere è troppo chiedere nel tempo d'estate e con le ferie alle porte -se non già iniziate. Bisogna correre ai ripari con un momento "ma che diavolo?...", d'ora in avanti chiamato per brevità "Momento MCD?"*
*N.d.A.: dicesi "momento   ma-che-diavolo?" quella situazione, 
soprattutto televisiva o filmica, che pare verosimile ma che
in realtà è completamente assurda. Vedasi, nei film d'azione,
tutte quelle volte in cui il protagonista viene colpito da  piogge di proiettili
e ne esce giusto con un paio di graffietti, mentre quelli accanto
a lui sono buoni solo per farne polpette.


Quale esemplare migliore, per una serie di momenti MCD, della serie televisiva Revenge, che sta passando in questi giorni su Sky? Forse non dovrei neppure chiamarla serie televisiva: piuttosto è una soap opera ambientata negli Hamptons in mezzo ai ricchi-ma-tristi della vicina New York. Una giovane miliardaria compra casa negli Hamptons per potersi vendicare dei vicini di casa, che vent'anni prima le avevano incriminato il padre come fiancheggiatore dei terroristi. Il menu prevede: eredi in incognito, alter ego, test del DNA, una serie di cimici piazzate in luoghi strategici da far paura all' FBI, Davide contro Golia, eventi benefici per coprire scopi malefici, ricatti, psicodrammi e sociopatici come se piovesse. Da non perdere. 
Si dice che la serie si sia ispirata al Conte di Montecristo, ed effettivamente funziona abbastanza bene come feuilleton dell'era televisiva, però le riflessioni fatte fuori campo dalla protagonista fanno pensare molto agli aforismi secchi e precisi de L'arte delle guerra. Se invece doveste preferire qualcosa di più discorsivo, cercatevi Malombra di Fogazzaro, una specie di Revenge dell'epoca romantica: ovviamente gli Hamptons sono sostituiti da un castello isolato sul lago di Como, ma: anche qui la protagonista è bionda; anche qui decide di vendicarsi; per vendicarsi decide di accalappiare un membro della famiglia tanto odiata. Anche qui, infine, finisce a pistolettate. Un ottimo modo per esercitare la nostra sospensione dell'incredulità, e farsi una sana risata.

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.