sabato 27 luglio 2013

A difesa di Louise

Di passaggio al lavoro per terminare una cosa che aveva lasciato in sospeso ieri, prima di tornare a casa leggo questo post dal blog "Volevo essere Jo March". Nelle ultime settimane ho sentito parecchio parlare di Simenon, prima con questo dialogo tra il figlio dello scrittore e Andrea Camilleri, poi con il post che citavo in precedenza.
fonte: archiviofoto.unita.it
Come potete leggere nel dialogo tra Simenon figlio e il papà di Montalbano, Camilleri, quando lavorava in Rai, ha fatto parte della squadra che ha creato la versione televisiva italiana delle inchieste del commissario Maigret: quelle, per intenderci, con Gino Cervi e Andreina Pagnani.
Si legge, sempre nell'articolo del Corriere, che Simenon non era molto contento della scelta della Pagnani nel ruolo della signora Louise: troppo attraente, secondo lui, mentre la signora Maigret così come il creatore l'aveva pensata era molto più modesta e... tracagnotta?

Ad ogni modo, il breve post di oggi ha un obiettivo puramente personale, ed è quello di levarmi un paio di sassolini dalla scarpa con TV2000 a proposito della signora Maigret.
Questa rete televisiva, parecchi anni fa, ha ritrasmesso gli episodi della serie italiana e io, da brava appassionata, quando potevo me li guardavo con molto piacere. Una volta, però, mi sono sintonizzata con più anticipo del solito e ho scoperto che, prima della messa in onda, TV2000 forniva agli spettatori una breve introduzione al programma. E lì mi sono inalberata. Sì, perché prima descrive il Commissario, e il suo non-metodo, e i suoi gesti, e la bravura di Gino Cervi,  e la sua tecnica recitativa (o forse, stando a quanto racconta Camilleri, sarebbe meglio parlare di non-tecnica). Poi, trattandosi pur sempre di una rete ad indirizzo cattolico, l'introduzione passa a parlare della famiglia del Commissario, quindi della moglie Louise. E cosa dice della signora Maigret? La descrive come il tipico angelo del focolare il cui unico intento nella vita è quello di fare felice il marito. E tanto basta.

Ora, rendiamo onore alla figura, ben più complessa di quando TV2000 voglia far trasparire, della signora Louise. E' una casalinga? Vero. E' un'ottima cuoca? Vero. Adora viziare quel bambinone del marito preparandogli manicaretti che farebbe venire l'acquolina in bocca anche a un salutista incallito? Verissimo.
Ma dietro l'apparenza c'è di più: infatti la signora Maigret ha la patente. Quando la coppia decide di andare a passare un fine settimana nella casetta di Meung-sur-Loire, Louise si mette al volante e scorrazza il marito in giro. A voi forse potrà sembrare una piccola cosa, ma io ho sempre pensato che dietro questa patente di guida ci fosse un segnale che dice: attenzione, non si tratta di una donna che si è piegata alla vita che tutti si aspettavano dovesse fare; è una donna che, questa vita, se l'è scelta liberamente, con convinzione, e proprio per questo ne è felice. Se non ne fosse felice, potrebbe sempre saltare sulla sua macchina e andarsene via, a costruire la vita che vuole.

E allora mi viene da pensare che, forse, il segreto sta tutto qui: non nel fare tutto o nel fare una cosa sola, ma nell'essere libere di scegliere.
Insomma: per essere felici, dovremmo cercare la signora Maigret che è dentro di noi.

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