martedì 7 aprile 2015

La grandezza di un autore: "Lettera a un bambino mai nato"

NOME DEL FARMACO: Lettera a un bambino mai nato
TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE: Oriana Fallaci
PRODUTTORE PER L'ITALIA: Rizzoli, Milano
COMPOSIZIONE:  se la grandezza di un autore risiede nella capacità di raccontare meravigliosamente cose che non conosce, ecco, questo romanzo è la prova che Fallaci era un autore grandissimo. La consapevolezza del corpo che cambia, la certezza di avere la vita dentro ben prima che un asettico test ne dia conferma, lo straniamento al pensiero di quella rivoluzione copernicana che porta un esserino di mezzo metro rannicchiato nella tua pancia, la ribellione nel momento in cui ci si accorge che quell'accozzaglia di cellule in rapida crescita la fa e la farà da padrone per molto tempo a venire, il fastidio nel venire ridotte a semplici incubatrici e nel dover iniziare a scendere a patti con la propria vita, il proprio lavoro, se stesse. Dall'altro lato, sentirsi prendere da un amore prima sconosciuto che ci è venuto addosso come un ladro nella notte, e soprattutto la paura. La paura atavica che qualcosa possa andare storto, la sensazione del cuore che si ferma al vedere anche solo una lieve, impercettibile, piccolissima goccia di sangue dove non dovrebbe esserci, l'iperventilazione, l'agitazione.
E poi, quell'incipit memorabile, che Panagoulis aveva, un po' per burla un po' perché era vero, diviso in versi:
Stanotte
ho saputo che c'eri:
una goccia di vita
scappata dal nulla.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE: volete capire come ci si sente ad essere un'incubatrice ambulante? Ecco, leggete questo romanzo. Sorriderete, vi agiterete, piangerete: benvenuti su quell'ottovolante che si chiama gravidanza.
CONTROINDICAZIONI: evitatelo se siete di quelli che hanno convinzioni granitiche su tutto. Giusto per darvi un'idea, la dedica recita così:

A chi non teme il dubbio
a chi si chiede i perché
senza stancarsi e a costo
di soffrire e di morire
A chi si pone il dilemma
se dare la vita o negarla
questo libro è dedicato
da una donna
per tutte le donne


4 commenti:

  1. Letto a 20 anni.
    Un macigno sul cuore, ma quando ho avuto la Polpetta dentro di me ho riconosciuto tante emozioni.

    Un saluto

    RispondiElimina
  2. Una lettura fugace (tipo una parola ogni quindici) quando avevo meno di vent'anni, a casa della nonna paterna, che le mie cugine le davano i libri impegnati. Non ci ho capito niente.

    Rileggerlo oggi è stata una rivelazione. Spaventosamente attuale: non fosse per il linguaggio, parrebbe scritto oggi, mica nel 1975.

    RispondiElimina
  3. Io della Fallaci ho letto solo Un uomo, tanti anni fa, ovviamente adorandolo. Ma anni dopo con lei ho avuto dei problemi insormontabili...

    RispondiElimina
  4. Ecco, "Un uomo" mi manca. Potrebbe essere interessante, un romanzo nel romanzo, visto che, a quanto dicono tutti quelli che l'Oriana la conoscevano, quello con Panagoulis non è stato un grande amore ma una specie di miraggio, di adesso-mi-convinco-che-questo-è-l'amore-della-mia-vita.

    Gli ultimi anni sono effettivamente controversi. Quello che poi sarebbe diventato "La rabbia e l'orgoglio" l'ho letto sul Corriere due giorni dopo l'attacco alle Torri Gemelle. Ho condiviso e condivido il fatto che - in un mondo ideale - se vado a vivere in uno Stato straniero dovrei perlomeno rispettarlo. Peccato si tratti di un mero esercizio speculativo, visto che spesso l'economia ci costringe a vivere in paesi che non sopportiamo...

    RispondiElimina

Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.