D'altra parte, mi sembra che il tentativo sia quello di mettere ordine in un sistema che è caotico per eccellenza, anziché buttarsi in imprese che lasciano il tempo che trovano (le famose tre I del ministro Moratti, per esempio, che hanno aumentato le ore di inglese a scapito di quelle di italiano: così cerchiamo di imparare una lingua dall'impianto assolutamente estraneo all'italiano senza nemmeno conoscerlo bene, l'italiano. Poi ci meravigliamo dell'inglese di Rutelli o del fatto che dopo tredici anni di studio dell'inglese lo studente medio manco sa chiedere dov'è il bagno.). Piccolo, ulteriore problema: praticamente tutte le insegnanti che mi sono state colleghe nell'ormai lontano periodo da insegnante di italiano lingua seconda sono andate a manifestare. Dato che sono tutte persone molto tranquille e poco portate alla polemica, il fatto che si siano opposte in maniera così forte alla riforma mi fa pensare che le criticità siano molte di più di quelle che saltano all'occhio a me mentre leggo il giornale.
In tutto questo parlare di insegnamento, maestri e professori, il Corriere ha fatto partire l'iniziativa #RingraziaUnDocente: i lettori possono inviare un tweet o una mail in cui ringraziano gli insegnanti che sono stati fondamentali nello sviluppo della loro personalità.
Adesso, quindi, veniamo alla parte del ringraziamento. Dunque, in ordine, ringrazio:
- Le maestre delle elementari, in particolare la maestra Rosanna Pozzoli. La mia "maestra unica" fino alla terza elementare, quando poi il mio istituto ha deciso di adottare il modulo (tre maestre per classe, due rientri pomeridiani). Scelgo lei perché mi ha insegnato a leggere e perché ha sempre cercato di dirmi che non era vero che la matematica non faceva per me. Io però non l'ho mai ascoltata. Mando anche un ricordo affettuoso alle altre maestre, fisse e supplenti: pensate che una supplente annuale, la maestra Maria Teresa, abita vicino ai miei suoceri, ha il mio stesso medico e mi ha imposto di darle del tu, "perché non siamo più maestra e alunna, adesso siamo anche un po' amiche".
- Il professor Giuseppe Ligato, che è stato mio docente di lettere alle scuole medie per due anni. Come vedete dal curriculum, più che un insegnante è uno studioso. Lo era anche allora, e per quello lo ringrazio: perché non ha portato in classe gli orpelli didattici che si usano oggi con i ragazzi per facilitarli. Lui ha imposto in classe il lavoro duro, noioso, senza sconti. L'ho contattato per un parere qualche tempo fa, dopo qualcosa come vent'anni: non solo si ricordava di me, ma mi ha aiutata con sollecitudine e -come direbbe un reclutatore- proattività.
- Le professoresse Brunella Moroni e Paola Mosti, insegnanti rispettivamente di italiano e di greco e latino nel ginnasio. Espertissime, esigentissime, spietate: quando scrivo in italiano mediamente decente lo devo a loro.
- Da ultimo, ma non per ultimo, il meraviglioso e indimenticato Teo, al secolo Giuseppe Teodoro Cazzaniga, professore di greco e latino al liceo. Un insegnante, scrupoloso, attento e disponibile. Una persona, più che un professore, ecco. Per dare un'idea, so che fa il volontario alla Festa dell'Unità di un paese qui vicino. Festa a cui ho trascinato ilPiccoloG e a cui tra qualche mese trascinerò microG, perché presentargli i miei figli è un imperativo morale.
E voi? Chi ringraziate?
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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.