martedì 30 giugno 2015

In giro con il pupo: ilPiccoloG scopre la Francia #1

Più che un racconto, questo post è un'opera di auto-convincimento.
Viaggiare con il pupo si può, si deve. Si spera.

Come tutte le esperienze legate al figliame, anche questa è un modo per uscire dalla nostra zona sicura e scoprire che sì, si può fare ed è pure piacevole. (Come dice la massima che gira tanto su Pinterest? Life begins at the end of your comfort zone).

Quindi vi racconto che, prima dell'arrivo di microG, io e i miei G, che in quell'occasione contavano anche i miei genitori, ci siamo caricati su un aereo e abbiamo portato ilPiccolo alla scoperta dei cuginastri francesi. Anzi, per la precisione, dei campagnoli cugini normanni e dei sofisticati cugini parigini.


Prima di tutto: perché Parigi e la Normandia?

Perché è facilmente raggiungibile da dove abitiamo. Easyjet collega Milano Linate (che senza traffico dista da noi una mezz'oretta) a Parigi Orly con voli giornalieri. Dal prossimo ottobre, poi, il collegamento interesserà anche l'aeroporto di Charles de Gaulle. Inoltre, la Normandia dista da Parigi un paio d'ore di macchina. Insomma, siamo partiti la mattina alle 11 e il pomeriggio alle 17 stavamo già perlustrando il centro di Caen.

Infine, abbiamo scelto la Francia perché i miei genitori mastica(va)no un po' di francese ed è una nazione che conosciamo abbastanza bene: ci abbiamo passato molte delle nostre vacanze estive perché nel mese di agosto era più conveniente passare una settimana in alcune regioni francesi che a Laigueglia. Insomma, zona sicura ma non troppo.


Dove siamo andati?

Abbiamo fatto base a Caen, capoluogo del dipartimento di Calvados, perché era abbastanza vicina a tutte le località che volevamo visitare. E' una città abbastanza piacevole, con un bel centro storico e un porto abbastanza carino. Noi l'abbiamo girata prevalentemente nel tardo pomeriggio/sera e non abbiamo dedicato tempo alle sue attrattive turistiche
Normandia rima con Mont Saint Michel: l'isola con l'abbazia dedicata a San Michele Arcangelo che periodicamente la marea isola dalla terraferma è l'attrazione turistica più famosa della Normandia, è di diritto nella top-ten dei monumenti più famosi di Francia ed è Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO dal 1979.
Per me e i miei genitori non era la prima volta, ma la terza. Non potevamo, però, portare Grande e PiccoloG in Normandia per la prima volta e far perdere loro l'esperienza. C'è da dire che, tenendo Caen come base, il viaggio verso Le Mont Saint Michel risulta parecchio lungo (sono 250 km tra andata e ritorno). ragion per cui è stata la prima escursione che abbiamo effettuato.

La prima vista di Mont-Saint-Michel dal parcheggio
Rispetto alla mia prima visita (era il lontanissimo 1990) sono cambiate moltissime cose: in primo luogo, le modalità di accesso. Nel 1990 arrivavi sulla costa, sbattevi la macchina dove capitava, leggevi gli orari delle maree e ti facevi il segno della croce (parcheggiare l'auto nel posto sbagliato e non recuperarla prima della marea significava una cosa sola: macchina "rapita" dall'acqua e, nel remoto caso di un suo ritorno, buona solo per la rottamazione) e partivi alla scoperta sulla strada che i pellegrini percorrevano da secoli. Oggi l'organizzazione è completamente diversa e rende onore alla intrinseca superiorità francese quando si tratta di rendere le cose pratiche e comode: lasci la macchina ad uno dei tanti parcheggi a pagamento che si trovano decisamente lontani dall'abbazia, raggiungi il piazzale di raccolta del parcheggio e attendi la navetta che ti porterà all'isola. Meno romantico, forse, ma decisamente più pratico. Ancora meno romantico, però, è il fatto che si siano decisi a costruire un ponte pedonale sopraelevato, parte di un progetto più ampio volto a salvaguardare le caratteristiche tipiche dell'area. Ormai il progetto dovrebbe essere terminato, quando ci siamo stati noi si era ancora nel pieno dei lavori. IlPiccoloG, in particolare, ha apprezzato molto la cosa.




Altra grande differenza, l'affluenza di turisti: sempre nel lontano 1990, l'isola contava un flusso turistico decisamente più basso, al punto che, abbandonata la strada principale, ti trovavi a passeggiare nel bel mezzo di un autentico borgo medievale, da solo. Un'esperienza impagabile.
Oggi in molti consigliano di iniziare la visita con un giro delle mura esterne, meno affollate, oppure di posticiparlo verso sera, senza però pernottare sull'isola (i costi sono proibitivi, probabilmente vale la pena affrontarli solo nel caso sia prevista una marea molto imponente: dev'essere un'esperienza impagabile vederla dall'isola).




Come potete vedere dalle foto, poi, la Normandia è conosciuta per essere una regione parecchio fredda e piovosa. Vi basti sapere che, dovunque andiate, troverete cartoline, magneti da frigo e tappetini per mouse con questi disegni:
A rafforzare questa convinzione, il fatto che un paio di giorni dopo si è registrata un'ondata di caldo anomala e noi ci siamo accorti che lo spartano albergo che avevamo scelto non aveva l'aria condizionata. Alla richiesta del perché, l'addetta alla reception, sudata come dopo venti maratone consecutive, ci ha risposto: tanto domani si ripristina il fronte freddo, non ne varrebbe la pena. Abbiamo quindi meditato questa pragmatica risposta su un boccalino di sidro e un bicchierino di calvados, i quali hanno contribuito a scaldare ulteriormente le già bollenti teste, pronte ad organizzare le escursioni dei giorni successivi: il cimitero di guerra statunitense di Colleville-sur-mer, le falesie di Etretat e il grazioso e iper-turistico porticciolo di Honfleur.



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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.