martedì 7 luglio 2015

ilPiccoloG scopre la Francia #2: Grazie.

Ve la ricordate questa?





E' stata girata nel luogo che abbiamo visitato durante il nostro secondo giorno in Normandia: il cimitero di guerra americano di Colleville-sur-Mer
Il cimitero è stato progettato su 70 ettari di terreno che la Francia ha donato agli Stati Uniti d'America ed è amministrato dalla American Battle Monuments Commission, branca del governo federale il cui compito è proprio quello di amministrare e valorizzare i cimiteri e i sacrari di guerra americani all'estero. Si tratta quindi, in tutto e per tutto, di territorio americano, quindi se non potete/volete volare dall'altra parte dell'oceano per vedere la Land of Hopes and Dreams, potete tranquillamente farvi un giro qui. 
Si affaccia sulla famigerata Omaha Beach, la Bloody Omaha su cui lo sbarco ha rischiato di fallire a causa della conformazione della costa sfavorevole agli alleati.

Il Memoriale prospiciente lo specchio d'acqua
Poiché -tanto per cambiare- la giornata si annunciava piovosa, abbiamo approfittato del tempo vagamente clemente e abbiamo iniziato a visitare la parte all'aperto. Il cimitero presenta come primo elemento in giardino semicircolare delimitato da un colonnato: il primo è dedicato ai dispersi, il secondo è un memoriale al cui centro è stata posizionata la scultura intitolata The Spirit of American Youth Rising from the Waves. Oltre la scultura, verso est, si estende un specchio d'acqua.
. Tenendo il Memoriale alle spalle, oltre lo specchio d'acqua, iniziano i campi: dieci campi di prato all'inglese letteralmente coperti da una marea di croci bianche.

Vista da uno dei campi; sullo sfondo, il mare di Omaha Beach.

Qualche numero -i primi relativi al cimitero, a seguire quelli relativi allo sbarco degli Alleati:


  • numero complessivo di pietre tombali: 9.387, di cui 9.238 croci latine e 149 stelle di David;
  • numero dei soldati dispersi in azione ricordati sul muro del giardino semicircolare d'ingresso: 1.557;
  • coppie di fratelli sepolti: 41, compresi i fratelli Preston e Robert Niland, la cui storia ha ispirato a Steven Spielberg la vicenda de Salvate il soldato Ryan (ma la lapide che si vede nel film non esiste: infatti Spielberg ha preso spunto dalla vicenda ma ha utilizzato nomi diversi);
  • numero medio di visitatori all'anno: 1 milione.

  • numero dei cimiteri militari legati alla Seconda Guerra Mondiale: 30 in tutta la Francia, di cui 22 solo nella regione del Calvados;
  • numero complessivo di militari morti durante la Battaglia di Normandia (6 giugno 1944- fine agosto 1944): 130.000

Abbiamo girato un po' per i campi e poi, come nella migliore tradizione normanna, ha cominciato a piovere, quindi ci siamo rifugiati nel Centro Visitatori che si trova in posizione sotterranea giusto accanto all'entrata (ovviamente chi ha curato l'allestimento complessivo del sito avrebbe voluto che la visita partisse prima dal Centro Visitatori, così da vagare per le croci con un po' di consapevolezza in più; purtroppo non aveva fatto i conti col clima). Il Centro è stato aperto nel 2007 secondo i più contemporanei modelli di curatela museale: accuratezza della ricostruzione e modalità di fruizione interattive e coinvolgenti. Agli oggetti d'epoca esposti si accompagnano fotografie, testimonianze audiovisive e, soprattutto, mappe interattive che hanno fatto la felicità del PiccoloG, che non ci ha capito niente ma si è divertito tantissimo.




A proposito del cimitero, rimarrebbe un'ultima cosa da dire: per quanto di grandissimo impatto visivo, quello di Colleville-sur-Mer non è il cimitero militare più grande della Normandia Il più grande è il cimitero tedesco di La Cambe: ospita qualcosa come ventiduemila soldati tedeschi, il doppio rispetto a quelli che riposano qui.


Cosa rimane di questa esperienza? Prima di tutto il senso di stupore. Viviamo in una società pacifica da così tanto tempo che abbiamo perso davvero il senso di che cosa voglia dire vivere una guerra. Nessuno in famiglia è particolarmente emotivo, ma vedere questo mare di croci bianche e rendersi conto che ad ogni croce corrispondevano una persona morta combattendo una guerra che forse nemmeno capiva e una famiglia che ha perso una persona cara partita per salvare gente sconosciuta, ecco, è un'esperienza forte. Formativa, anche.
Prova ne sia il fatto che, a distanza di un minuto uno dall'altra e senza metterci d'accordo, tanto io quanto mio padre abbiamo firmato il libro dei visitatori aggiungendo lo stesso commento:

Grazie.


1 commento:

Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.