Trenta minuti fa microG ha compiuto un anno fuori dalla mia pancia.
Mentre mi asciugo una lacrimetta un po' virtuale un po' no, leggo il giornale.
Leggo dell'incredibile intervento effettuato alla Mangiagalli (che è pure l'ospedale in cui sono nata io).
Leggo la bella lettera -pure parecchio paracula, ma bella- che il Signor Facebook ha scritto (anzi, fatto pubblicare: non puoi dire di non aver parole per descrivere qualcosa e far seguire un testo di nove fantastiliardi di parole) per la figlia appena nata ["Your mother and I still don't yet have the words to describe the hope you give us for the future" è una santa. santissima verità, nella speranza che la personificazione della speranza nel futuro non diventi un Trainspotting del 2030], e chi se ne frega se -come maligna qualche commentatore del Corriere- Mr.&Mrs.Facebook lo fanno solo per pagare meno tasse (che poi è quello che cerchiamo di fare tutti, diciamo la verità).
Insomma, al netto dei settantaduemila incisi del paragrafo qui sopra e del fatto che sono come sempre confusa e prolissa e coredemamma, direi che oggi è proprio un bel compleanno, monello mio.
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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.