mercoledì 8 settembre 2010

La donna che diventa un uomo è una donna sprecata

NOME DEL FARMACO: Ma come fa a far tutto? (vita impossibile di una mamma che lavora)
TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE: Allison Pearson
PRODUTTORE: Mondadori, Milano
FORMA FARMACEUTICA: 380 pagg.
COMPOSIZIONE: Kate Reddy è una che ama vincere. A trentacinque anni è la più giovane e promettente dirigente della Edwin Morgan Foster, una delle istituzioni più antiche e prestigiose della City di Londra: un luogo di lavoro in cui il cliente medio, ricco sfondato e legato alle tradizioni -perdio, siamo inglesi!- divide le donne in tre categorie base (Mia Madre, Mia Moglie, Mia Sorella). Come si concilia tutto questo con un marito e due figli? Non si concilia. La testa di Kate è identica  alla torre di controllo di un aeroporto:

Emmeline Pankhurst non diceva qualcosa sulle donne che devono smettere di essere una classe al servizio degli uomini?
Beh, ci abbiamo provato, cara Emmeline, ce l'abbiamo messa tutta. Adesso le donne fanno gli stessi lavori degli uomini e li fanno altrettanto bene, solo che non riescono a togliersi dalla testa tutta una serie di pensieri che non le lascia mai in pace. Secondo i miei calcoli, nella testa di una madre lavoratrice ogni giorno c'è l'equivalente in informazioni dell'aeroporto di Gatwick [...]
(Pagg.221/222)


Per tutto il romanzo, Kate non fa che colpevolizzarsi per gli orari folli a cui la costringe il lavoro, per non aver messo a letto i figli, per non aver preparato la loro domanda di ammissione a scuola. In tutto questo,  capita in mezzo ad avventure divertentissime (per esempio presentarsi al gate d'imbarco con in borsa il thermos con le urine della figlia, che ha dimenticato di portare in laboratorio) e si dimentica del fatto che anche il marito, un po' come gli elettrodomestici di casa, ha bisogno di manutenzione. Che farà allora Kate? Lascerà il lavoro, come spesso pensa? Ma come può resistere senza lavoro una donna che del lavoro ha fatto una parte fondamentale della vita?
INDICAZIONI TERAPEUTICHE: mamme che lavorano, per sentirsi meno sole; mamme che vogliono smettere di lavorare, per rifletterci sopra bene; uomini, per rendersi conto che la vita di molte donne è un sublime esercizio di equilibrismo; per tutti, per farsi prima un sacco di risate sulla complicata vita di Kate e poi sentirsi solidali.

2 commenti:

  1. Ciao Libraria Virtuale! Decisamente interessante la tua idea di classificare i libri come se fossero dei farmaci. E'una curiosa affinità con un mio ricorrente pensiero: "I buoni libri sono medicine per la mente".
    Per quanto riguarda "Una donna che diventa uomo è una donna sprecata" penso che valga la pena di acquistarlo anche soltanto per questa frase: " Secondo i miei calcoli, nella testa di una madre lavoratrice ogni giorno c'è l'equivalente in informazioni dell'aeroporto di Gatwick ".
    E qualcuno pretende anche che disponga di un'attenzione pari a quella di una torre di controllo, oserei aggiungere :-)
    Passerò di nuovo a trovarti,mi piace molto come hai strutturato il blog.

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  2. Ciao MammaS/Taccata,
    grazie mille di essere passata e soprattutto di aver commentato!
    L'idea del libro come farmaco mi è venuta frequentando la biblioteca del mio paese: all'ingresso è stato affisso lo stralcio di un'opera dal titolo "Libroterapia" che dice una cosa del tipo "esiste una cura migliore di tutte: curarsi con i libri". Da lì, l'idea che un libro piaccia e funzioni solo sulla persona giusta; da questo, il blog.
    Sulla questione della mamma-torre-di-controllo, non credo esistano definizioni più calzanti! Anche perché, chi più e chi meno, da quanto vedo capita a tutte le mamme di trovarsi in questo ruolo!
    Ti aspetto ancora, eh!

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.