sabato 16 giugno 2012

Happy BloomsDay to you

Se oggi non fossi passata al lavoro, non avrei aperto Twitter e non mi sarei ricordata che oggi è il Bloomsday. Ergo, non tutti i sabati mattina semi-lavorativi (proporzione: un'ora e mezza di lavoro, due e tre quarti di cazzeggio, quindi dovrei dire quasi-non-lavorativi) vengono per nuocere.



No, perché il Bloomsday è un po' un mio chiodo fisso, uno di quei desideri inespressi, che qui urlo forte e chiaro: vorrei andare a Dublino per il Bloomsday. Inoltre, ho scoperto che Ulisse è stato pubblicato a Parigi il 2 febbraio 1922, esattamente ottantasei anni prima del mio matrimonio, quindi l'idea del Bloomsday mi piace ancora di più.
Però, visto che per un motivo o per l'altro non posso mai pianificare questo viaggio, mi consolerò in questo modo: facendo un salto in biblioteca e prendendomi un romanzo di Joyce (ammesso di trovarne. O di non avere qualche multa vagante che mi blocca la tessera.).
Se anche a voi questa ricorrenza piace ma non potete fare un salto a Dublino, leggetevi qualcosa di Joyce (non necessariamente Ulisse e, magari, evitate Finnegan's Wake, a meno che non siate dotati di una mente superiore e di una pazienza altrettanto infinita). Oppure, vi consiglio la saga di Agnes Browne (recensione di due romanzi qui e qui.)
Infine, se per caso -o meglio, per fortuna infinita- vi trovaste a passare per Parigi, celebrate Leopold Bloom con un pellegrinaggio da Shakespeare&Co, la cui fondatrice, Sylvia Beach, ha stampato la prima edizione del romanzo. Ah, e non dimenticate di mandarmi una cartolina.

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.