giovedì 20 febbraio 2014

Donna: mistero senza fine bello!

Ricordo di aver utilizzato questa citazione qualche anno fa, scrivendo su un blog di politica locale.
Non sono in grado di ritrovare il post originale, comunque ricordo che mi riferivo ad alcune esternazioni di Papa Giovanni Paolo II sulla contraccezione, esternazioni che avevo garbatamente criticato. In sostanza, il mio punto era che le questioni che riguardano il corpo femminile e la sessualità all'interno di una coppia dovrebbero coinvolgere le donne e non renderle destinatarie di un diktat. Il Santo Padre può ripetere fino allo sfinimento che una coppia non dovrebbe vivere la propria sessualità ricorrendo a medicinali o a strumenti medicali, e sono certa che moltissime persone, anche non credenti, si troverebbero d'accordo con lui; rimane però il fatto che il Pontefice, per quanto fine uomo di cultura, non sia uno specialista in ginecologia, quindi quando un ginecologo ti sconsiglia di adottare metodi contraccettivi naturali, le strade sono due: o gli rispondi che del suo parere medico non ti importa una fava e accetti il rischio di trovarti con cinque figli nel giro di dieci anni, oppure ti fai consigliare un metodo contraccettivo medicale. Inoltre, e qui perdonatemi se vado proprio sul concreto, credo che un uomo non abbia davvero bene idea di cosa voglia dire sciropparsi cinque giorni al mese di mestruazioni, controlli ginecologici, PAP-Test, gravidanze a rischio, travagli passivi, travagli attivi, isterectomie. Forse, e dico forse, per queste cose ci vorrebbe l'ascoltato parere di una donna.
 
Tutto questo inutile cappello introduttivo per dire che sull'edizione on-line del Corriere della Sera di oggi c'è un articolo piuttosto interessante che fa il punto sul rapporto tra le donne e la Chiesa.
Ora, senza star qui a fare riassunti, il punto che trovo molto interessante è la questione dei rapporti di potere. Pur essendo praticante (un po' ondivaga, negli ultimi anni, lo ammetto), sono sempre stata convinta che nella Chiesa i rapporti di poteri tra i generi siano fortemente sbilanciati a favore degli uomini: senza andare a scomodare i cardinali, nessuna suora, per quanto incredibilmente brava nel compiere la proprio missione, potrà mai -e sottolineo il mai- raggiungere la visibilità, il rispetto e la considerazione che a un "semplice" prete vengono invece automaticamente attribuiti. Visibilità, rispetto e considerazione, messi insieme, fanno il potere. Fate esprimere la stessa opinione a un prete e a una suora: sono convinta che un giornalista, riportandole in un articolo, scriverebbe qualcosa del genere: "Don Pinco Pallino critica la scelta del Sindaco di fare questa cosa, e propone invece che questa cosa venga fatta in quest'altro modo; Suor Tizia si dice d'accordo con lui."
So che molti credenti non amano sentir parlare di "potere" all'interno della Chiesa: ma sarebbe ora di guardare le cose per quello che sono, e ammettere che sì, gli uomini di Chiesa oltre a un potere spirituale possono disporre anche di un potere concreto, in grado di modificare l'ordine delle cose; possono, per usare una metafora aziendale, scalare i vertici della Chiesa fino ad arrivare ad avere visibilità e considerazione mondiale. Le donne, no. Non sarebbe ora di trovare soluzioni che cambino questo stato di cose?

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