mercoledì 16 luglio 2014

A me Dorothy sballottata dal ciclone mi fa un baffo, proprio

Ché a me servirebbe qualcuno, qualcuno con solide basi scientifiche, che sia disponibile a spiegarmi per quale oscura legge -fisica, matematica, algebrica, giuridica, metafisica: non importa- uno passa giorni, se non mesi, se non anni, in un tran-tran monotono di cose da fare che ti fanno pensare chenoiachebarbachebarbachenoia e poi, tutto d'un tratto, ci si ritrova in mezzo ad un bailamme di impegni che uno si fa prendere dal panico del noncelafaròmai.
Tutto questo perché da un tre settimane a questa parte la qui presente Libraia è stata eletta a -minuscola, piena di insidie e di magagne e minimamente retribuita- carica pubblica. Un'elezione assolutamente inattesa, perché le elezioni generalmente presuppongono un impegno di campagna non indifferente, e il mio impegno in questo caso si è riassunto in un'oretta o due di presenza a degli incontri pubblici, un paio di foto pubblicate sul giornale locale, circa venticinque volantini consegnati su cinquecento.
Però, complice il presunto vento di cambiamento da Rottamatore e da largo-ai-volti-nuovi, in questa mia città che è sempre stata verde Padania che più verde non si può, è successo l'impensabile, ed eccoci qui.

Certo, è una sfida e le sfide mi piacciono; ma è una sfida che richiede un impegno forte e costante e io da tre settimane a questa parte mi chiedo: ma perché non mi è capitato quando ci ho provato qualche anno fa, che ero laureanda e lavoravo part time ed ero solo fidanzata e il massimo che dovevo fare era riordinare la mia camera e piegare le mutande mentre mamma stirava? Perché proprio ora, che sono sposata con il Compagno Stakanov -notoriamente allergico alla collaborazione domestica-, ho un figlio ancora piccolo, una casa grande una volta e mezza l'appartamento dei miei genitori e un lavoro a tempo pieno -e se diventa pienissimo è meglio?

Ben consapevole che queste sono domande buttate lì nel multiverso e che non avranno mai una risposta, nel frattempo mi leggo dossier, documenti e rassegne stampa, ascolto con attenzione chi ne sa più di me e prendo in considerazione le opinioni degli altri e tutti i possibili lati di una questione. E' bellissimo, ma è anche impegnativo da morire e ilPiccoloG mi sta andando in crisi: "Stasera esci? Allora vengo anch'io!" "Ma PiccoloG, coredemamma, vado a sentirmi fiumi di parole, discussioni interminabili che si ridurranno in un nulla di fatto, tu vuoi giocare e ad un certo punto vuoi addormentarti spalmato addosso a qualcuno. Lascia perdere, lascia stare!" e lui, con occhio languido: "Ma mammina, io voglio te", al che questa Libraia-Cuordipietra-Famedoro gli promette vagamente "domani faremo qualcosa di meraviglioso insieme, vedrai, 'mo statte un poco con papà" nella speranza che si dimentichi la promessa in un nanosecondo e scappa. Ieri sera abbiamo fatto le due e trattato un terzo dei punti che avevamo all'ordine del giorno. Chissà che amore di settimana sarà. E cosa combinerà questa Libraia convinta di essere Wonderwoman in grado di barcamenarsi tra lavoro casa e famiglia riducendo al minimo l'aiuto di nonni e affini.
Perché il limite è il cielo, dicono. Peccato che io soffra di vertigini.

3 commenti:

  1. Ah, ma ecco perché mi davi tutti quei consigli avveduti! Perché anche tu sei nel frullatore! ;-)
    In bocca al lupo, e soprattutto... buone ferie!

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    1. Eh, ma perché è sempre il solito dilemma: è un casino, ma se ci rinuncio poi siamo sicuri che mi ricapita? Rischio di perdere un'occasione di imparare qualcosa in più. E allora, dai che ci proviamo! E intanto il bucato da piegare ha raggiunto le tre ceste....

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.