lunedì 21 luglio 2014

Guarda là, forse è la fine del tunnel

Stampa "Let's get lost together",
negozio Etsy di Amanda Catherine Des
Rapidità, rampantismo, interconnessione, capacità di fare più cose contemporaneamente: siamo una società fondata sulla velocità.
Abbiamo sempre bisogno di scorciatoie, di sotterfugi: dal pollo già preparato e surgelato, da mettere in forno per poter cuocere la cena e farci la doccia contemporaneamente, al navigatore satellitare che ci fa arrivare da A a B nel minor tempo possibile.
Io però ho un ricordo ben stampato in mente: una Libraia bambina in macchina con i genitori, nel bel mezzo della campagna francese (mio padre lavorava per una multinazionale con sede centrale in Francia e, tra i benefit, aveva una tariffa speciale presso una serie di catene alberghiere; catene per cui i figli che pernottavano nella stessa camera dei genitori non pagavano. Risultato: dieci giorni in Bretagna ad agosto costavano come un fine settimana a Igea Marina. "Lib, Vai al mare quest'anno?" "Sì". "E dove?" "A Biarritz."). Nel bel quadretto familiare di cui sopra, mio padre guida e mia madre fa da navigatore, in compagnia di una fida mappa Michelin. Il bello delle mappe stradali Michelin è che ti segnala(va)no anche i percorsi panoramici. Quindi, tradizionalmente, per andare da A a B a CasaLibraia si faceva così: 
1) quale è il percorso più breve? Ci sono autostrade? Sì.
2) C'è un percorso panoramico alternativo? Sì? 
3) Si fa il percorso panoramico. Ah, ci porta a destinazione due ore più tardi? E chissene, ch'hai da fare?

Con l'avvento di navigatori satellitari dalle voci impostate e metalliche, il piacere di scegliere il percorso più lento ma più bello non è più possibile.
Fino ad oggi. Finalmente un avveduto gruppo di ricercatori torinesi, unito ad una squadra di tecnici degli Yahoo!Labs, ha iniziato a studiare la possibilità di inserire nella mappe satellitari non solo il percorso più breve ma anche quello esteticamente più accattivante. Al momento l'algoritmo è stato testato scientificamente solo in ambito cittadino (Londra e Boston), ma il suo funzionamento anche in altre città indica comunque un risultato interessante: una città, come andiamo ripetendo noi europei da secoli, non è un agglomerato di case e spazi commerciali buttati lì a caso, ma un insieme di aspetti sociali che ne fanno un corpo vivo e mutevole. 

Quindi, chissà, speriamo che in futuro non troppo lontano sia possibile selezionare l'opzione "percorso panoramico" anche sulle diavolerie tecnologiche dalla voce metallica.

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.