giovedì 30 aprile 2015

Ritorno al passato: Dario Crapanzano

Chi ama Parigi, prima o poi è passato per due autori: Daniel Pennac e Georges Simenon.
Simenon, in particolare, ha dedicato a Parigi e al commissario della Squadra Omicidi Jules
Maigret giusto un paio di cosette: settantacinque romanzi e ventotto racconti. Maigret ci ha raccontato Parigi in tutte le sue mille facce, senza risparmiarci puntate nella provincia francese e pure all'estero. Daniel Pennac, invece, con la saga della famiglia Malaussene ha raccontato non tutta Parigi ma un solo quartiere, Belleville, che fino a poco tempo fa qui in Italia non si filava nessuno.

Da qualche tempo, anche Milano ha il suo Simenon: il dottor Dario Crapanzano, una vita spesa a fare moltissime cose, tutte diverse tra loro (laurea in Giurisprudenza, diploma all'Accademia dei Filodrammatici, carriera nella pubblicità: infine, visto che non era abbastanza, la pensione e la conversione al romanzo giallo).

Il protagonista dei romanzi di Crapanzano è il commissario Mario Arrigoni, come Maigret marito borghese, come Maigret ottima forchetta.
Sebbene i romanzi si leggano con piacere, però, lo stile è ben lontano da quello di Simenon: Crapanzano ama lanciarsi in excursus di carattere storico-culturale che sembrano quelli di una maestrina dalla penna rossa.  Altra pecca, è facile individuare il colpevole: perfino io, che sono tutto fuorché una volpe, ho capito la soluzione dell'arcano dieci o quindici pagine prima che al commissario o ai suoi sottoposti arrivasse il colpo di genio. Pecca che però, assicura Crapanzano, sta per sparire: nel suo quinto "Arrigoni", come lo chiama lui, intotolato Arrigoni e l'omicidio di via Vitruvio, "stavolta il colpevole non si capisce".
Rimane il fatto che i romanzi del commissario Arrigoni sono un bel modo passare qualche ore leggendo una storia non troppo impegnativa e facendosi catapultare nella Milano degli anni '50.



Dario Crapanzano, Arrigoni e il caso di Piazzale Loreto, Genova, Fratelli Frilli Editore (oppure Milano, Mondadori)

Dario Crapanzano, Il delitto di via Brera, Genova, Fratelli Frilli Editore (anche qui, è in arrivo un'edizione Mondadori)

2 commenti:

  1. Non sono un'appassionata di gialli, ma la Milano degli anni '50 mi affascina parecchio. L'Arrigoni mi tenta!

    RispondiElimina
  2. Per me il giallo è la lettura estiva per eccellenza.
    Sarà che ho letto il mio primo Maigret in estate?
    Comunque, l'Arrigoni ha un suo perché ma il signor Crapanzano deve affinare lo stile: a volte sembra che stia parlando un maestrino e non un commissario...

    RispondiElimina

Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.