giovedì 29 ottobre 2015

Questa mattina mi sono ritrovata di nuovo in un romanzo, ma la signora Appleyard stavolta non c'entra.

Questa mattina mi sono messa a lavare i piatti rimasti dalla cena, a sistemare la sala, a preparare la merenda per ilPiccoloG. Qualche ora prima, ero scappata correndo dal lavoro, ovviamente in ritardo, mi ero data una simil-sistemata alla crespa cofana mentre ero in macchina al semaforo, avevo corso i 400 metri piani con risultati miserandi (enfisema all'ultimo stadio, palpitazioni, allucinazioni), mi ero schiantata su una sedia chiaramente non progettata per contenere il mio eccessivo lardume, avevo ascoltato compunta i rimproveri -ammantati da nuvole di comprensione, per carità, a pur sempre rimproveri - delle nuove maestre del PiccoloG che ci ricordavano come è nostro dovere fare in modo che i nostri adorati bambini imparino ad avere cura delle loro cose e si presentino a scuola ogni giorno che il buon Dio manda in terra in anticipo e con  tutto il materiale (non dimenticare la colla , quelle horreur!, perché altrimenti la classe non lavora; far sempre temperare pastelli e matite la sera prima, perché voi dovete comprendere che un bambino che tempera è motivo di distrazione per gli altri 21 e quindi noi non riusciamo a portare avanti il piano didattico e altre amenità del genere) e io pensavo a quale malattia dovevamo esserci presi io e ilGrandeG per aver deciso di iscrivere nostro figlio a una scuola dove evidentemente si educa per intero l'inadeguata famiglia. Dopodiché avevo tirato un sospiro di sollievo nel sentire che per il rappresentante dei genitori c'era già un candidato, mi ero diligentemente messa in fila per votarlo, ero tornata a casa sotto la pioggia e senza l'ombrello, mi ero messa a preparare la cena, avevo ritirato i piatti, messo a letto i bambini ed ero andata in seduta, dove la presenza mia e dei miei colleghi era imprescindibile per la validità della seduta stessa.

Al ritorno dalla seduta, non ho trovato niente di meglio da fare che mettermi a rassettare.
Erano le due del mattino, e non ho potuto non pensare a questo incipit:

Casa
Ore 1:37
Ma come sono finita qui? Per favore, me lo dite? Non parlo di questa cucina, ma di questa vita. Oggi pomeriggio Emily ha la recita di Natale e io sto dis-facendo dei dolcetti di frutta secca. Sì. avete capito bene: li sto dis-facendo, procedimento ben più complesso e impegnativo del farli.

- Allison Pearson
Mondadori-

4 commenti:

  1. Se fosse un racconto sarebbe esilarante. Se fosse solo fiction... La realtà supera sempre la fantasia.

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    1. Diciamo anche molto tranquillamente che non sono a posto con la testa, eh.

      Però quando termino una seduta di consiglio ho sempre addosso tanta di quella adrenalina che tornata a casa non riesco a dormire.

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  2. Una/due versioni al giorno e le pulizie di casa alle due del mattino? Ma tu sei Wonder Woman!

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    1. Oh, ma il tempo in cui facevo due versioni al giorno è taaanto lontano... vent'anni giusti giusti (sigh). Praticamente non facevo nient'altro, mi portavano via l'intero pomeriggio, però devo dire che alla fine di quella quarta ginnasio tremenda mi sono accorta che scrivevo con una scioltezza e una proprietà di linguaggio mai avute prima. Poi non c'era molto da fare: se non ti facevi le due versioni al giorno la Mosti (mia professoressa di greco e latino) ti metteva letteralmente alla gogna!

      Quanto a sistemare la casa in orari insoliti, lo sto ampiamente pagando ora: ieri sera c'era mia mamma da me, per poco non mi sono fatta mettere a letto anche io insieme ai bambini (ehm..)!

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.