Raccontata così invoglia decisamente poco, soprattutto se aggiungete la chiosa dell'articolista ("per fortuna del protagonista, e forse anche del lettore, la narrazione si interrompe poco dopo il risveglio": se dovessi scrivere un libro e in una critica ci trovassi una considerazione del genere... bah, penso che appenderei la penna al chiodo e mi darei alla pastorizia. Il signor Di Schuler mi perdonerà la franchezza. Spero.).
Come fa notare l'articolo, però, il
Io, se devo pensare a un romanzo in cui un momento limitato nel tempo descrive l'essenza piena di una o più persone, penso a Gita al faro. E' stato un romanzo difficile, per me: l'ho approcciato qualche anno fa e l'ho lasciato perdere dopo poche pagine. Troppe divagazioni, descrizioni, movimenti lenti. L'ho riletto l'anno scorso, e bum!: forse non amore, ma grandissimo apprezzamento di certo. Perché è vero, ci sono dei momenti, nella nostra vita, in cui siamo più aderenti alla nostra vera natura, momenti che si dilatano per tutta una vita ricordandoci che non siamo mai stati più noi stessi di quella volta, di quel pomeriggio, di quella domenica.
Adesso però sarei curiosa di sapere a cosa pensate voi: quale romanzo descrive meglio quell'attimo nello scorrere del tempo in cui un personaggio diventa Il Personaggio?
E se volete farvi una cultura sui romanzi con le note e la storia delle note a piè di pagina, l'articolo è questo qui.
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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.