lunedì 6 giugno 2016

Aggiornamenti sulla #FerranteFever

Sarò telegrafica: la fama di Elena Ferrante, almeno a giudicare da L'amica geniale, è strameritata.

Giusto per dare un'idea: sono alla terza rilettura consecutiva.

Un inizio folgorante (la chiusa della prima parte, "vediamo chi la spunta adesso", non è solo un guanto di sfida tra Lenù e Lila, ma tra la scrittrice e il lettore: ti viene da dire, che diamine, certo che la spunto io, adesso vado avanti a leggere e vedrai!)

Ieri sono passata in un grande magazzino e li ho visti lì, gli altri tre volumi: hanno iniziato a venirmi i tremori, i sudori freddi e una tendenza incontrollata delle mani ad arraffarli e leggermeli lì, seduta sul pavimento. Un fulgido esempio di going cold turkey.
Con me c'erano ilGrandeG e iPiccoliG, però, quindi mi sono dovuta allontanare con la bava alla bocca e biascicando cose senza senso sul mio compleanno (il mese prossimo) e i tre volumi e la consapevolezza di due cose: che ilGrandeG non ci ha capito niente (gli uomini e i suggerimenti, velati e non: puah!) e che di certo non sarò in grado di aspettare un mese e mezzo prima di sapere cosa ne sarà di Lila e di Lenù.

2 commenti:

  1. Ah, vedi, tu con Ferrante come me con Atwood! Io ho finito proprio l'altro giorno la quadrilogia dell'amica geniale sull'aereo, ho letto 450 pagine in un giorno! Però ti confesso che quest'ultimo, malgrado lo abbia comunque divorato, mi ha entusiasmata un po' meno. Forse perché in questo periodo ho la fissa di Atwood, o forse perché Lenù e Lila al quarto libro hanno smesso di sorprendermi.

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    1. Io sono curiosissima di sapere come andrà a finire (quindi niente anticipazioni, eh). Come anticipavo nel post, non sono riuscita ad aspettare e ho letto il secondo volume. L'ho trovato forse un po' troppo lento (pagine e pagine su questa vacanza a Ischia, va bene che da Bergson in poi nei romanzi il tempo si contrae e dilata a piacimento, però anche basta, dai) ma mi è piaciuto tantissimo un ribaltamento di prospettiva: nel primo volume, quando le due bambine salgono le scale per andare da don Achille è Lila a condurre il gioco; nel secondo, sarà Lenù a trascinare l'amica su per le scale dalla professoressa Galiani. Mi piace molto questo modo di descrivere l'andamento ondivago delle persone e delle relazioni.

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.