lunedì 4 maggio 2020

Buone notizie da Coronavirus

Ancora un intervallo di tempo più che imbarazzante tra questo post e l'ultimo. Non ho guardato, ma a quanto siamo? Un anno anche stavolta?

Di tempo, tanto per cambiare, non ce n'è stato.
Perchè, pur non facendo l'infermiera né il medico, pur non lavorando in un supermercato o in un alimentari, la mia azienda non ha mai chiuso. I clienti per cui lavoriamo fanno parte di filiere essenziali e ci hanno chiesto di garantirle.
Per fortuna, dico da un punto di vista: abbiamo continuato a fatturare, pagato gli stipendi (solo una decina di giorni di cassa, e neanche per tutti) e, soprattutto, gli F24.
Per sfortuna, da altri due punti di vista: in primo luogo perchè abbiamo visto la serenità allontanarsi a gambe levate (stiamo facendo tutto bene? Tutti stanno seguendo le regole? Basterà il gel igienizzante? Le mascherine saranno quelle giuste? E se non ne troviamo abbastanza? Basteranno due pulizie al giorno delle parti comuni? Abbiamo verificato la distanza di tutte le postazioni?) e accolto un certo grado di isteria e crisi di panico. In secondo luogo, perché in un mondo social in cui non ho fatto altro che vedere foto di gente che panifica, imbianca, sistema, riordina armadi cassetti e la propria vita, fa giardinaggio... io non ho avuto un momento di respiro: i bambini hanno smesso di andare dai nonni e io ho cercato di trasformarmi - con nessun successo - in homeschooler; i miei genitori, che prima mi davano una mano con i bambini e a riordinare la casa, sono stati messi in quarantena in quanto ultrasessantacinquenni; le colleghe con figli hanno chiesto il congedo e ho le ho sostituite almeno per le mansioni essenziali. Non ci sono stati giorni feriali, né sabati nè domeniche, nè giorni per la spesa: ho iniziato a ordinarla per telefono e a farmela mandare a casa.

Ma va bene così. Finora - e spero che questo "finora" duri in aeternum - nessuno di noi o dei nostri cari è stato male, e questo è l'importante.

In tutto questo, poi, oggi ho letto una notizia bellissima: ho letto che la sperimentazione con plasma iperimmune sembra funzionare molto bene su pazienti Covid-positivi i cui organi non sono ancora stati compromessi dagli effetti del virus (qui).
La sperimentazione è stata fatta al Carlo Poma di Mantova e, da mezza mantovana, questa cosa mi rende ancora più orgogliosa; una luce di speranza, da Mantova al mondo, per noi e per il futuro che ci aspetta.

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.