lunedì 15 luglio 2019

Ultimo post: 31 agosto 2017.
Come a dire, ormai so' due anni.


Che è successo alla Libraia in questi due anni? Niente di che, ma un niente-di-che evidentemente impegnativo per creare due anni di assenza.

Ho finito il mio mandato come consigliere.

Io e il resto della coalizione siamo stati violentemente asfaltati dall'onda verde che ha coperto la Brianza.
Sincerità per sincerità, eravamo tutti stremati e quando l'asfaltatrice-onda-verde si è palesata abbiamo risposto "Fa' un po' come ti pare, ché noi ch'abbiamo da sopravvivere". Non poteva andare tanto bene, in effetti.

Ci siamo trasferiti con il lavoro. Solo per un pezzettino, quindi invece di stare tutti insieme più o meno appassionatamente adesso siamo più o meno appassionatamente divisi in due, con tutti i problemi logistici che ne conseguono.
Io tengo costantemente le dita incrociate perché tutto vada bene e quando mi ricordo scruto il cielo per vedere se il volo delle rondini è di buon auspicio.
Per il resto, faccio la brianzola: sono sempre al lavoro.

PapàLibraio è stato rimesso a posto tanto bene dal cardiochirurgo che è tornato a lavorare con noi. Fa quello che fatichiamo a fare noi quasi-quarantenni con una tranquillità che lascia senza fiato. Soprattutto, mi rompe l'anima perché quasi tutto quello che faccio a lui non piace. Ma sulla rinnovata dinamica "genitore autorevol-autoritario e figlia-sottomessa-ma-che-un-po'-s'è-rotta" torneremo un'altra volta.

IlGrandeG è sempre al suo posto, ma lavora più di me e nell'altra sede, quindi praticamente ci incrociamo solo a cena, ci guardiamo e ci diciamo "Tu hai una faccia familiare, ci conosciamo? Ah già, sei il tipo che ho sposato undici anni fa". Sarà per questo che andiamo ancora d'accordo?

PiccoloG e MicroG non sono più rispettivamente né Piccolo né Micro.
Uno si affaccia titubante alle soglie della preadolescenza, trascinato in un balletto di ormoni e frustrazione da un corpo che si allunga, irrobustisce, fa spuntare peli ovunque. L'anima, mi sa che quella vorrebbe restare indietro ma non si può.
L'altro gira costantemente con una faccia da monello coccoloso, mangia frutta a tonnellate e sa come farsi amare anche quando fa cose tremende. E ne fa, di cose tremende, a bizzeffe.

Io continuo a leggere più o meno compulsivamente. La saga dei Cazalet, la saga di Amburgo di Carmen Korn, tanti altri libri vari ed eventuali: leggo, rileggo e ri-rileggo, vago di libro in libro come un'apetta curiosa, continuo a comprarne a tonnellate e infatti adesso non so più dove metterli.

Questo è quanto.
Quanto al futuro di questo posticino che mi ha tenuto compagnia per un bel po', non so bene quando ritornerò qui e cosa ci farò, ma ci sono, vi assicuro.
E tutto sommato ho fiducia.

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Perché mica si può sempre andare a Londra a sfogarsi allo Speakers' Corner.